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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

La cattedrale di Anagni - di Achille De Tommaso

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La Cattedrale di Anagni con facciata in stile romanico risale agli anni 1072-1104.  All’interno invece, vediamo stagliarsi uno stile gotico lombardo per via di un restauro del 1250.  Per raggiungere Anagni, uscire all’uscita Anagni-Fiuggi dell’autostrada A1 Roma-Napoli.  Subito dopo il casello svoltare a destra e prendere la Strada Statale 155r (detta “Anticolana”) in direzione Fiuggi. Siamo in Ciociaria, terra di  olii pregiati  e luoghi d’incanto. La cattedrale di Anagni La frequente presenza dei pontefici ad Anagni spiega anche perché la Cattedrale fu sede di importanti fatti  storici   come la trattativa tra il Papato e l’Impero. Ma anche la canonizzazione di San Bernardo di Chiaravalle, Santa Chiara d’Assisi ed altri. fonte foto – Wikipedia  In essa furono anche comminate le scomuniche contro l’antipapa Ottaviano Monticelli, e gli imperatori  Federico Barbarossa, e Federico II e Manfredi.  La facciata esprime forza e possenza, con tre ingressi ad oriente. Sulla si

RITRATTO DI ELISABETTA D'ESTE - UN ALTRO MISTERO DI LEONARDO - di Achille De Tommaso

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"Ritratto di Isabella d'Este" attribuito da alcuni a Leonardo. In realtà non è ancora risolto il mistero su chi sia il vero autore di questa opera, una questione che divide gli storici dell’arte in due scuole di pensiero: basandosi su un bozzetto a carboncino ubicato al Louvre, molto somigliante al quadro in questione e analizzando quest’ultimo, il massimo studioso del genio vinciano Carlo Pedretti assicura ch e l’opera è autentica; ma nella fazione opposta ci sono le critiche di Vittorio Sgarbi e Tommaso Montanari che, contrariamente, dichiarano che l’Isabella di proprietà della famiglia Cecchini, per altro condannata in Italia per trasporto illegale di opere d'arte, è un falso.  Ancora una volta il mistero avvolge Leonardo da Vinci e con esso il mondo dell’arte.

NOTIZIARIO ITALICO 18 (27 giugno 2020) - di Carlo Barbieri

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LINGUA L’Associazione Italici da sempre non considera la lingua italiana e la sua conoscenza un elemento discriminatorio o selettivo per definire un “italico”.   Di qui l’importanza che si ritiene assegnare alla decisione dell'Enciclopedia Treccani di dedicare una voce al neologismo " whatever it takes " pronunciato nel luglio 2012 dall'allora presidente della BCE Mario Draghi e diventato un vero e proprio fenomeno linguistico a livello mondiale. Nel recente passato, con le dovute proporzioni di contesto e di rilevanza "simbolico-politica", un altro italiano (l'allenatore del Bayern di Monaco, Giovanni Trapattoni) aveva con la celebre frase "Ich habe fertig" (tradizione "maccheronica" di "ho detto tutto - ho finito") a fine di un'animata conferenza stampa (marzo 1998) collegata ad una rocambolesco sconfitta calcistica riportata da tutti i canali televisivi tedeschi, inventato un nuovo modo di dire, tuttora

A causa di barbieri e parrucchieri, l’Italia per i polacchi cambiò nome - di Umberto Laurenti

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  Foto: da Le Delizie della tipografia polacca: Cronicon dei Re Polacchi- Cracovia-1521 Apro i giornali e leggo che a metà maggio riapriranno i Musei, mentre solo il primo giugno i barbieri ed i parrucchieri. La bellezza ha molteplici percorsi per esprimersi, in tempi di Covid-19! Abbiamo più tempo, da casalinghi forzati, per riflettere e ricordare: così mi viene in mente un curioso ricordo della Polonia, un paese dove cultura e prodotti italiani hanno sempre avuto piena cittadinanza e sempre si è percepito un forte legame di simpatia con radici antiche ma non troppo note. Andai la prima volta in Polonia nel giugno 1976, con una rappresentanza dei dirigenti nazionali dei movimenti giovanili dei vari partiti italiani; un gruppo numeroso, i primi nomi che ricordo sono quelli di Enzo Bianco, Beppe Scanni, Ottavio Lavaggi, Massimo Ostillio. Partimmo da Roma il 21 giugno, con le urne elettorali ancora aperte, per quelle elezioni politiche in cui sembrò molto probabile i

ITALIANI, ITALICI ED EUCOMENISMO ITALICO - di Carlo Barbieri

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ITALIANI/ITALICI  Questo binomio di termini che, come già abbondantemente illustrato, non rappresentano assolutamente dei sinonimi, deve essere considerato un positivo, prolifico, continuo e  costante interscambio di esperienze e di culture. Lo scopo del movimento "italico" non si limita ad elencare e valorizzare quanto gli italiani hanno potuto dare (e continuano a offrire) al mondo, ma anche e soprattutto quanto gli italici hanno dato e possono ancora dare all'Italia e agli italiani. Si tratta di tentare di impostare una relazione bi-univoca, di creare le condizioni affinché dal binomio possa  progressivamente costruirsi una relazione a somma positiva per tutte la parti coinvolte, vale a dire una situazione duratura e virtuosa in quanto basata sul concetto tipicamente anglosassone del "win/win". Non si tratta, quindi, soltanto di favorire un dialogo tra soggetti differenti che condividono però valori comuni o di auspicare, attraverso anche un processo

ARRIVARE A BERLINO E VIVERCI - di Umberto Laurenti

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Viterbo  – Nei giorni scorsi abbiamo tutti festeggiato o comunque ricordato i trenta anni dalla caduta del Muro di Berlino, quella giornata del 9 novembre 1989 che cambiò la vita dei berlinesi ma anche dell’Europa intera, e abbiamo letto tanti articoli e visto tanti documentari su un episodio che ha cambiato la storia. Ora che lo “sciame celebrativo” si è esaurito, con questo mio scritto voglio offrire un ricordo da viterbese che ha frequentato quella città simbolo e vissuto quegli anni da spettatore privilegiato. Per chi come me è nato pochi anni dopo la seconda guerra mondiale l’argomento Germania non era usuale: forse inconsciamente si voleva rimuovere l’alleato scomodo e ingombrante che aveva trascinato l’Italia in una avventura finita molto male. Nella mia famiglia poi pesava anche il ricordo del periodo finale della guerra, quando i tedeschi avevano occupato Carbognano e le case dei miei nonni e dei miei prozii erano state requisite ed adibite a mense per gli ufficiali e

TECNICHE DI PITTURA DAL RINASCIMENTO IN POI - di Achille De Tommaso

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TECNICHE DI PITTURA L’AFFRESCO L'affresco ("a fresco" )  è un'antichissima tecnica pittorica che si realizza dipingendo con  pigmenti generalmente di origine minerale stemperati in acqua su intonaco fresco . La calce presente nell'intonaco, combinandosi con l'anidride carbonica dell'aria genera  una pellicola di carbonato di calcio  i cui cristalli inglobano le particelle colorate rendendo la pellicola pittorica lucente e resistente nel tempo. Questo processo è detto  carbonatazione. Si compone di tre elementi:  supporto, intonaco, colore . Il  supporto, di pietra o di mattoni , deve essere secco e senza dislivelli. Prima della stesura dell'intonaco, viene preparato con  l'arriccio ,  una malta composta da calce spenta o grassello, sabbia grossolana di fiume    o, in qualche caso, pozzolana e, se necessario, acqua, steso in uno spessore di 1 cm circa, al fine di rendere il muro più uniforme possibile.  L'intonaco (o  " tonachino&q