NOTIZIARIO ITALICO 18 (27 giugno 2020) - di Carlo Barbieri



LINGUA

L’Associazione Italici da sempre non considera la lingua italiana e la sua conoscenza un elemento discriminatorio o selettivo per definire un “italico”. 
Di qui l’importanza che si ritiene assegnare alla decisione dell'Enciclopedia Treccani di dedicare una voce al neologismo "whatever it takes" pronunciato nel luglio 2012 dall'allora presidente della BCE Mario Draghi e diventato un vero e proprio fenomeno linguistico a livello mondiale.
Nel recente passato, con le dovute proporzioni di contesto e di rilevanza "simbolico-politica", un altro italiano (l'allenatore del Bayern di Monaco, Giovanni Trapattoni) aveva con la celebre frase "Ich habe fertig" (tradizione "maccheronica" di "ho detto tutto - ho finito") a fine di un'animata conferenza stampa (marzo 1998) collegata ad una rocambolesco sconfitta calcistica riportata da tutti i canali televisivi tedeschi, inventato un nuovo modo di dire, tuttora largamente utilizzato in tutta la Germania.
La decisione di inserire nella "Bibbia" della cultura italiana una frase in lingua inglese che esprime un concetto equivalente all'espressione italiana "costi quel che costi" e declinarne il significato. rappresenta un' importante testimonianza della volontà della Treccani di colmare il divario che spesso si crea tra tradizione e contestualità delle parole. Questo divario, peraltro, si registra  non solo nel campo dell'interpretazione puramente linguistica ma anche, e soprattutto, nel più profondo significato socio-culturale dei modi di dire. Non si tratta, quindi, soltanto di "sdoganare" l'utilizzo di una lingua diversa da quella parlata nel nostro Paese, bensì di affrontare il tema di un'evoluzione comportamentale (in parte forse più auspicata che reale) della società e della politica italiana compiendo una riflessione sull'autorevolezza, la credibilità e la concretezza del "fare" piuttosto che del "dire".
La decisione della Treccani può costituire un contributo significativo, volto a tentare di conciliare parole ed azioni proprio in un periodo delicato come quello che stiamo vivendo (non solo per gli effetti del Post Covid 19, ma anche per altri fenomeni quali ad esempio la re-interpretazione del termine "razzismo" da parte di alcuni movimenti violenti negli USA) e nel quale, per le ibridazioni culturali acquisite, gli italici potranno fornire un apporto importante a beneficio del nostro Paese.

UE

"L'incertezza non deve essere una scusa per non agire": questa frase pronunciata dal Governatore Visco agli Stati Generali va ricollegata alla riflessione appena espressa e inserita nel dibattito in corso in Italia riguardo l’utilizzo dei fondi straordinari messi a disposizione da Bruxelles.
I rilevanti cambiamenti che si stanno registrando nell'Ue rispetto ai vecchi schemi di austerità e di stretta attinenza alle "regole", senza praticamente grandi margini di flessibilità e con interpretazioni di solidarietà piuttosto discutibili, sono indubbiamente  dovuti all'eccezionalità della crisi provocata dal Covid 19, ma anche da una posizione della Germania intenzionata a svolgere un ruolo di "guida" per la ripresa dell'Europa e non solo per via dell'imminente assunzione di Berlino della presidenza semestrale dell'UE.
Le risorse messe a disposizione impongono, soprattutto ai paesi maggiormente destinatari degli interventi programmati perché più colpiti dalla crisi, di elaborare dei piani di intervento dettagliati, definire delle priorità, individuare dei progetti per poi ottenere da Bruxelles l'autorizzazione ad usufruire delle risorse stanziate.
In questa progettualità e nella capacità di spendere e di spendere bene, si esplica l'intero quesito che ruota attorno alla credibilità del nostro Paese e della sua capacità di attivare un processo virtuoso verso la ripresa economico-sociale.
Una situazione che ricorda, per pura analogia visto che stiamo in periodi di esami di maturità, lo studente che non riesce a rispondere al quesito della commissione esaminatrice che gli propone di scegliere e trattare un tema a piacere. Quesito "classico" al quale, purtroppo, egli non si è preparato ! 
Nell’ambito della cd “Execution”o della “Accountability” gli “italici” e le “italiche” svolgono e possono svolgere un ruolo rilevante per conto del nostro Paese.
Riguardo al ruolo delle “italiche” ritengo interessante notare come si stiano distinguendo in Italia dei personaggi "nuovi", con esperienze internazionali ed in particolare con background culturali anglo-sassoni, quali:
- Francesca Bria, presidente di CDP Venture Capital;
- Mariana Mazzucato, consigliere economico di Giuseppe Conte;
- Raffaella Sadun, tra gli esperti del Gruppo Colao
Queste risorse “italiche” cosi come tante altre (per non citare, una fra tutte, Ilaria Capua) rappresentano una componente importante del movimento "italico".

GERMANIA

La settimana appena conclusasi, oltre a confermare il ruolo di leadership che sembra voler assumere la Cancelliere Merkel in seno all’UE, ha riportato alla ribalta due casi in Germania quali:
    lo scandalo finanziario Wirecard con perdite (anche di immagine e credibilità degli organi di controllo bancario e borsistico) che vanno ben oltre il “buco” di oltre il miliardo di €;
    il focolaio che ha colpito oltre 1.000 dipendenti di un mattatoio di suini della Tönnies nella Renania Vestfalia con la necessità di ripristinare misure severe di lockdown che ha coinvolto un territorio di oltre 400.000 abitanti.
Si riportano questi fatti, non per rinvigorire il fenomeno della “Schadensfreude” (vale a dire del “godimento delle disgrazie altrui”) caro ai sovranisti-nazionalisti, bensí per ricordare come non vi siano Paesi esenti da problemi e da crisi. Si tratta solo di essere capaci di affrontarli e risolverli nel migliore dei modi. Un esercizio, sia quello di percepire questi aspetti e sia quello di affrontarli pragmaticamente e concretamente, in cui gli “italici” possono e potranno dare un contributo significativo al “risveglio degli italiani”.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE (IA) / TECNOLOGIA

Per una serie di ragioni (ritardo accumulato, esigenze di ingenti capitali per investimenti ad alto rischio oltre che alla domanda di risorse umane costantemente "rinnovate", la presenza imperante ed ulteriormente accresciuta con il Covid 19 dei principali oligopolisti mondiali del settore del Big Tech), difficilmente il nostro Paese potrà mai diventare un grande produttore di intelligenza artificiale. Questo non significa che l'Italia non possa svolgere un ruolo importante nel facilitare l'uso di questa IA e integrarla nelle produzioni e nella vita quotidiana. Questo compito può essere svolto attraverso una formazione tecnica diffusa, attraverso un rafforzamento delle scuole (vedi ad esempio la "Innovation Farm" a Fornovo di Taro al centro della Motor Valley emiliano romagnola) piuttosto che dei centri universitari, dei Politecnici e degli incubatori. Ma un altro ruolo che il nostro Paese può svolgere (grazie anche alla sua tradizionale formazione multi-disciplinare che unisce materie scientifiche con quelle umanistiche) è di dare "umanità", aggiungere "buon senso" alla "cultura" tecnica e all'applicazione dei nuovi strumenti tecnologicamente avanzati.
Questo esercizio potrebbe essere portato avanti dai centri di eccellenza italiani (istituzioni di formazione o imprese siano esse pubbliche e/o private) con delle alleanze con i loro omologhi esteri attraverso un ruolo promotore o comunque pro-attivo dei numerosi “italici” che prestano la loro collaborazione in Italia cosí come all’estero. 


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