Civita di Bagnoregio patrimonio dell’umanità, una splendida medaglia che bisogna saper conservare e spendere di Umberto Laurenti



Quindi Civita di Bagnoregio è candidata ad entrare nella prestigiosa lista Unesco del patrimonio dell’umanità, e tutti speriamo che l’iter messo ufficialmente in moto, si concluda positivamente, con le conseguenti ricadute positive per l’immagine e l’economia della Valle dei Calanchi e della Tuscia intera.
Le motivazioni a sostegno della candidatura le ha ben riassunte il giovane sindaco Luca Profili: “Il paesaggio culturale di Civita testimonia l’incontro tra la natura e l’uomo nel segno della resilienza; Civita è esempio di turismo sostenibile e di sviluppo costruito nel pieno rispetto dell’ambiente, tutelando i caratteri più autentici del luogo; ora bisogna migliorare l’accoglienza turistica e rendere sostenibili i flussi”.
L’auspicato riconoscimento Unesco andrà a certificare e consolidare un decennale percorso di progettazione, comunicazione e valorizzazione, capace ora di superare definitivamente logiche localistiche e di proporsi come traino per importanti correnti internazionali di turismo consapevole a favore dell’intera Tuscia.
Ma entrare nell’elenco del patrimonio dell’umanità significa anche farsi carico di impegni anche gravosi per garantire conservazione, valorizzazione, comunicazione, servizi di qualità, capacità di accoglienza mirata e differenziata, in pratica le condizioni che finora sono mancate nell’offerta complessiva per il turismo nella Tuscia.
Non è solo problema di risorse economiche ed infrastrutture, è anche e direi prima un problema culturale: Viterbo e la Tuscia intera sono malate di municipalismo. Eppure una offerta turistica credibile necessita oggi sempre più di poter disporre di un aggregato geografico apprezzabile in termini di estensione, di offerta di qualità ma differenziata. Direi che una compattezza di territorio è necessitata anche dal confronto con le realtà amministrative, politiche, economiche circostanti: ormai non c’è più solo il rischio della fagocitazione da parte di Roma, ma sempre più anche il rischio del confronto con la Toscana e l’Umbria.
E’ di sicuro un merito e un successo degli amministratori locali se ben 900 mila visitatori ogni anno attraversano il ponte che porta da Bagnoregio a Civita, pagando un biglietto di ingresso. Ma sarebbe miope ed utopistico pensare di farli fermare tutti o gran parte, per una notte o due, a ridosso di Civita. A poco più di 25 chilometri ci sono il lago di Bolsena, Tuscania, Viterbo con le sue terme, Tarquinia e tanto altro, come tutti sappiamo.
Ed è un problema culturale la necessità che tutti i cittadini della Tuscia, certo a partire dai propri amministratori, maturino attitudine alla cura del proprio territorio e all’accoglienza.
Ho espresso, in un articolo del 26 agosto, il mio stupore ed il mio rammarico nel vedere lo stato di abbandono in cui viene lasciata la Faggeta vetusta del Monte Cimino, luogo carico di significato storico e naturalistico al punto di essere stata inserita nel luglio 2017 dall’Unesco nell’elenco del patrimonio dell’umanità, nella totale indifferenza degli amministratori locali e, debbo presumere, dei cittadini viterbesi.
Mi dicono che subito dopo l’uscita dell’articolo su Tusciaweb ci sono stati, a Soriano, dei segnali di risveglio dell’attenzione, anche grazie alla preziosa collaborazione dei carabinieri forestali, e si sta predisponendo nuova cartellonistica, e vengono avviati interventi per migliorare i servizi di tutela ambientale e controllo del territorio.
Purtroppo il caso della Faggeta non è isolato anzi sono eccezioni rarissime, anche nella Tuscia, i beni culturali o ambientali che ricevono adeguati interventi di protezione e manutenzione e tanto meno beneficiano di attività di valorizzazione e promozione con finalità turistica. I rari esempi positivi sono frutto per lo più dell’impegno di associazioni culturali e di volontariato, anche perché gran parte degli amministratori locali coprono assenza ed inefficacia con l’immancabile scusa che non ci sono soldi.
E allora può tornare utile sapere che sono aperti ben due bandi del ministero dei Beni culturali, con scadenza delle domande a fine ottobre, che mettono a disposizione ingenti cifre per i Siti anche immateriali Unesco, quindi macchina di santa Rosa, area archeologica etrusca di Tarquinia e Cerveteri, Faggete del Cimino (Soriano) e di Monte Raschio (Oriolo). E speriamo un domani anche Civita di Bagnoregio.
Così, tanto per invogliare chi ne ha titolo, a darsi da fare, dirò che vengono finanziati progetti finalizzati tra l’altro a “alla predisposizione di servizi di assistenza e di ospitalità per il pubblico, nonché servizi di pulizia, raccolta rifiuti, controllo e sicurezza; alla realizzazione, anche in zone contigue ai siti, di aree di sosta e sistemi di mobilità; alla promozione, tutela e valorizzazione dei siti e degli elementi italiani Unesco, alla diffusione della loro conoscenza e alla loro riqualificazione: nell’ambito delle istituzioni scolastiche la valorizzazione è attuata anche attraverso il sostegno ai viaggi di istruzione ed alle attività culturali delle scuole; alla promozione del complessivo patrimonio tradizionale enogastronomico e agro-silvo-pastorale caratterizzante il sito”.

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