IL BUSTO DI GETA AL MUSEO DI ORVIETO
Questo il busto marmoreo ora esposto al Museo Archeologico Nazionale Orvieto - Pagina Istituzionale al momento del rinvenimento negli scavi archeologici in località #CampodellaFiera, ai piedi della rupe di #Orvieto, in un´area dove le decennali ricerche dirette da Simonetta Stopponi stanno portando alla scoperta del Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi.
Secondo un'affascinante ipotesi di Filippo Coarelli si tratterebbe di #Geta, figlio secondogenito di Settimio Severo e Giulia Domna che regnò dal 209 al 212 d.C. dapprima d´intesa con il padre e il fratello Caracalla, poi insieme a quest´ultimo.
Fu proprio #Caracalla a farlo uccidere non volendo dividere il potere con un familiare che iniziava ad avere una notevole popolarità sia nell'esercito sia nell' élite culturale del tempo.
Nell'´Historia Augusta vengono narrati i fatti che seguirono l´assassinio: il malcontento di «quella parte dei soldati che sosteneva di aver promesso fedeltà a due principi»; la strategia difensiva di Caracalla impostata sulla denigrazione del fratello e la promessa di elargizioni ai militari in rivolta; la damnatio memoriae di Geta e la repressione violenta dei suoi sostenitori.
In quell'occasione venne assassinato anche il giurista Papiniano: un sicario inviato dall'unico imperatore rimasto in carica lo uccise con un colpo di scure. Caracalla lo avrebbe rimproverato per non avere usato la spada.
Fu proprio #Caracalla a farlo uccidere non volendo dividere il potere con un familiare che iniziava ad avere una notevole popolarità sia nell'esercito sia nell' élite culturale del tempo.
Nell'´Historia Augusta vengono narrati i fatti che seguirono l´assassinio: il malcontento di «quella parte dei soldati che sosteneva di aver promesso fedeltà a due principi»; la strategia difensiva di Caracalla impostata sulla denigrazione del fratello e la promessa di elargizioni ai militari in rivolta; la damnatio memoriae di Geta e la repressione violenta dei suoi sostenitori.
In quell'occasione venne assassinato anche il giurista Papiniano: un sicario inviato dall'unico imperatore rimasto in carica lo uccise con un colpo di scure. Caracalla lo avrebbe rimproverato per non avere usato la spada.
In quelle settimane concitate, presso il santuario orvietano, in funzione ancora dopo il tramonto degli Etruschi in età romana repubblicana e imperiale, deve essere arrivato l´ordine di distruggere eventuali immagini di Geta.
Nell´area sacra era collocato un busto dell´imperatore assassinato, vi era stato posizionato da poco tempo: il ritratto mostra infatti un Geta adulto che aveva assunto già le prerogative imperiali. Alla direttiva giunta da Roma non era possibile opporsi: il busto andava distrutto.
Ma qualcuno - forse un sacerdote o un soldato che aveva studiato sui testi di Papiniano - scelse altrimenti: diede ordine di seppellire il busto senza danneggiarlo anzi avendo cura che non subisse alcuna frattura.
Lo fece deporre con grande attenzione arrivando a far collocare una pietra dietro la testa, quasi come un cuscino: il busto non si doveva spezzare.
Nell´area sacra era collocato un busto dell´imperatore assassinato, vi era stato posizionato da poco tempo: il ritratto mostra infatti un Geta adulto che aveva assunto già le prerogative imperiali. Alla direttiva giunta da Roma non era possibile opporsi: il busto andava distrutto.
Ma qualcuno - forse un sacerdote o un soldato che aveva studiato sui testi di Papiniano - scelse altrimenti: diede ordine di seppellire il busto senza danneggiarlo anzi avendo cura che non subisse alcuna frattura.
Lo fece deporre con grande attenzione arrivando a far collocare una pietra dietro la testa, quasi come un cuscino: il busto non si doveva spezzare.
Così - integro - gli archeologi l´hanno ritrovato 1796 anni dopo: lo sconosciuto partigiano di Geta ha saputo conservare la memoria del suo imperatore.
Tra archeologia e letteratura nascono a volte intrecci inattesi. (Da "La Repubblica" del 30 agosto 2008)

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